lunedì 2 gennaio 2012

Migliorare con la Qualità: Customer Satisfaction


Nei precedenti articoli ho citato spesso la crisi economica che stiamo vivendo,cercando di estrapolare, per quanto possibile i fattori positivi che in qualche modo possano spingere il sistema verso una direzione di miglioramento.
Tra i vari lati positivi avevo individuato il famoso  "Made in Italy", inteso come l'intero sistema italiano con tutta la creatività e tutto l'ingegno che ci contraddistingue.
Infatti, i nostri prodotti, le nostre aziende, sono conosciute in tutto il mondo e per ogni settore economico detengono un primato nello scacchiere internazionale.
Spesso si sente dire che i nostri prodotti sono migliori degli altri perchè sono di qualità.
Ecco vorrei iniziare a commentare questo termine: Qualità.
Non a caso scrivo a proposito di questo argomento, sono un ingegnere gestionale, laureato presso l'ateneo di Roma Tor Vergata e da diversi anni mi occupo di qualità.
Iniziai nel lontano 2003 con uno stage ed una tesi presso uno stabilimento dell'Eridania, precisamente in uno zuccherificio.
Rimasi affascinato dalla storia della qualità, naturalmente i primi sistemi di gestione con annessa certificazione nacquero negli Stati Uniti e in breve tempo espatriarono in Giappone; ma non voglio soffermarmi sulla storia in quanto ci sono molte fonti in giro che possono raccontare meglio di me dove nacque il concetto di qualità e come si sviluppò nel corso del tempo.
Studiando le varie tesi e le varie applicazioni dei sistemi di gestione nelle industrie, mi imbattei in un caso curioso che mi fece capire l'importanza del concetto di qualità.
Prima del 1950 e quindi prima della guerra mondiale in Europa  venivano commercializzate solamente moto costruite nei paesi paesi europei. Con il secondo conflitto bellico, che vide coinvolto anche il Giappone, il popolo nipponico ebbe modo di interagire più frequentemente con l'Europa e con i suoi mercati.
A quel tempo le case costruttrici più famose di moto erano, la Ducati, la Motoguzzi, la Triumph, e la maggior parte dei consumatori quindi acquistava i modelli di queste marche. Le moto erano sì competitive, robuste , potenti ma avevano anche qualche difetto tra cui i prezzi troppo alti.
A questo punto entrarono di scena le case giapponesi, cito le più famose, Honda, Suzuki, Yamaha e kawasaki. Premetto che non sono un fautore delle marche giapponesi. Dal Giappone esse mandarono degli emissari in Europa per studiare i gusti e gli orientamenti dei consumatori del vecchio continente. é da qui che venne fuori il concetto di "Customer Satisfaction". I nipponici non fecero altro che intervistare gli appassionati di moto e cercare di capire quali fossero le loro esigenze e le loro preferenze rispetto alle due ruote. La morale della storia è che in breve tempo i paesi europei iniziarono ad importare i nuovi modelli giapponesi con il doppio della potenze ed ad un prezzo molto inferiore.
Basta comparare i prezzi e le prestazioni dei modelli di moto europei o americani con quelli giapponesi e ci si accorge che ad un prezzo molto basso, le marche del sol levante, forniscono modelli più potenti, più prestanti e spesso anche più belli di quelli europei.

La storia citata poc'anzi vuol essere d'esempio di come utilizzare lo strumento della  qualità nella sua accezione più completa di customer satisfaction. Più avanti, nelle prossime pubblicazioni, illustrerò come, le aziende italiane, siano esse, piccole, piccolissime, medie, grandi o artigiani possono migliorare i propri processi e fornire al pubblico prodotti e servizi che occupino grandi fette di mercato.

Ing. Ivan Di Natale

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