Nel precedente articolo ho parlato delle colpe e dei
demeriti della nostra classe dirigente che ha mal governato la nostra Italia
dal 1946 ad oggi.
Vorrei citare di nuovo l'argomento per riprendere qualche
concetto e spiegarlo in modo più esaustivo.
Attualmente tutti i paesi del mondo vivono questa maledetta
crisi chiamata di sistema.
Per certi versi ciò che leggiamo è vero cioè i governi
locali delle singole nazioni ben poco possono fare per risolvere o arginare il
problema.
Ma qui sorge una riflessione: se c'è brutto tempo e piove a
dirotto oppure alla peggio accade un cataclisma, le persone che riescono a
salvarsi, eccetto i più fortunati, sono coloro che hanno adottato precauzioni
più efficaci.
Per utilizzare un'altra metafora metereologica, non si può
pensare di attraversare l'Oceano Atlantico in burrasca con un motoscafo.
I due esempi mi sembravano abbastanza calzanti. L'Italia
purtroppo sta affrontando la crisi con una nave discreta ma con un equipaggio
molto scarso.
La nave discreta sono gli italiani e tutte le loro attività,
iniziative nel campo economico (perchè non dimentichiamo che l'Italia possiede
le aziende migliori del mondo), mentre l'equipaggio molto scarso rappresenta
tutta la nostra classe dirigente.
Sarò anche ripetitivo ma ci tengo a sottolineare che se
adesso il nostro Paese è fragile e stenta
a reagire alla crisi ognuno deve assumersi le proprie responsabilità.
Torniamo all'Italia, si perchè la pretesa di questo articolo,
visto che siamo alla vigilia di Natale, è quella di infondere la speranza ai
lettori.
In momenti così difficili bisogna pensare alle nostre cose
migliori, siamo un popolo che ha sempre affrontato a testa alta tutti i suoi
problemi, dalla guerra, al terrorismo, alla mafia.
Attualmente molta gente perde il posto di lavoro, molti
vengono assunti come precari per essere poi licenziati dopo due mesi. Non
esiste più la distinzione di classe tra imprenditori e dipendenti, ognuno deve
essere responsabile e coscienzioso del lavoro che svolge.
Dico questo perchè troppo spesso si assiste ad una guerra
tra poveri, per quanto riguarda l'articolo 18, per le tasse da pagare, per
accaparrarsi pochi spicciolo o anche per molto meno.
In questi giorni di giubilo bisogna riflettere ed avere la
speranza, non ci manca nulla a noi
italiani per uscire rafforzati da questa crisi.
L'Italia del dopoguerra era lacerata, molti morti, edifici
crollati, povertà ovunque, eppure i nostri nonni hanno saputo rimboccarsi le
maniche, affrontare il peggio e ricostruire tutto ciò che gli avevano tolto.
Ecco bisogna pensare che ce la faremo e che le piccole e
medie aziende, assieme ai loro dipendenti, non devono essere le sole a
fare la propria parte sacrificandosi per
tutti.
Con l'auspicio che sotto l'albero ognuno di noi possa
trovare ciò che più desidera, auguro a tutti i lettori
un Buon Natale.
La Direzione
Ing. Ivan Di Natale
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