Nell'ultimo articolo ho
riportato un esempio di applicazione dei sistemi di gestione per la qualità e
di come tali realtà siano diventati primati mondiali nel settore delle moto:
Honda, Suzuki, Yamaha e Kawasaki.
Prima di entrare nel
merito della trattazione ossia dell'applicazione del concetto di qualità nella
realtà delle aziende italiane (per lo più medio- piccole), vorrei citare un
ultimo esempio molto pertinente.
Oggi vorrei parlare di
un'altra multinazionale giapponese: la Toyota. (Preciso di nuovo che non sono
un fautore dei modelli giapponesi, le mie sono solo considerazioni sui modelli
di produzione basati sulle procedure e sui controlli di qualità).
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un testa a
testa tra la General Motors e la Toyota in tema di vendite; nel 2007 è avvenuto
lo storico sorpasso della casa giapponese su quella americana, che
successivamente si sono susseguite e vicenda.
Il successo è dovuto
proprio al modello produttivo della Toyota: il Just in time.
Questo modo di produrre è stato implementato per la prima volta negli
anni 20 dalla Ford Motor Company
ed era definita «dock to factory floor», ossia "dalla banchina (di
ricezione) direttamente sul pavimento del reparto di produzione", senza
passare attraverso il magazzino.
Negli anni 50 il just
in time divenne la filosofia di produzione della Toyota che generò il Toyota Product System .
Il sistema di
produzione Toyota si basa sull'assenza di magazzino.
Fino agli anni
cinquanta, la logica che muoveva le produzioni industriali era la cosìdetta
"Logica Push", ossia spingere i prodotti sul mercato e fare
magazzino.
Con l'introduzione del
Just in time la logica dominante, nella produzione, divenne quella pull, cioè è
il mercato a richiedere le quantità di prodotto finito, quindi i sistemi
produttivi, devono necessariamente produrre solo ciò che è richiesto. Il
magazzino, nella logica pull, scompare.
I giapponesi della
Toyota, eliminarono le scorte della produzione e di prodotti finiti producendo
solo ciò che veniva richiesto in un dato momento dal mercato.
L'applicazione
specifica del Just in time nel mondo Toyota si chiama "Kan Ban" che in giapponese
significa "cartellino". Questo
sistema di produzione a "logica pull"
permetteva di produrre senza giacenze in
magazzino.
Il meccanismo è
abbastanza semplice: il sistema produttivo, viene diviso in stazioni, in mezzo
alle quali, si trovano buffer di
prodotti semilavorati. Pensiamo alla produzione di automobili, il prodotto
finito è l'automobile stessa ed all'interno del sistema di produzione, tra una
stazione e l'altra si trovano i pezzi semilavorati da assemblare.
Il kanban, indicante la
tipologia del materiale usato per una lavorazione, è apposto su un contenitore
che una volta vuotato viene rifornito. Il flusso, in tempo reale,
dell'approvvigionamento, evita gli stock di magazzino e i costi derivanti.
Ipotizzando, un sistema
produttivo molto semplificato, si potrebbe immaginare un layout composto da n.
stazioni ciascuna con un buffer a valle
ed un buffer a monte. L'ultima stazione del sistema produttivo, a valle ha i
suoi prodotti finiti, che nel caso Toyota, sempre rendendo tutto più
semplificato, sono le automobili.
Immaginiamo che il
sistema, composto dalle stazioni, dai buffer, dai macchinari, dal personale, si
trovi al tempo zero dopo una lunga pausa ed
è pronto per iniziare a produrre.
L'ultima stazione,
quindi, ha a valle il suo buffer composto da un certo numero di auto finite e
perfettamente funzionanti; ipotizziamo che ci siano 10 auto.
A questo punto arriva
un ordine da un concessionario che ha bisogno di 3 auto da vendere; dopo che il
titolare del concessionario ha ritirato le sue 3 auto a valle dell'ultima stazione
produttiva ne rimangono 7.
Il personale si accorge
che nel buffer a valle mancano 3 auto e quindi avvia la produzione dell'ultima
stazione per ripristinare la scorta di 10 auto. Per assemblare le 3 auto hanno
bisogno di semilavorati che andranno a prelevare dal buffer della stazione a
monte.
Il prelievo avviene con
il seguente meccanismo, ogni stazione ha dei buffer a monte e a valle, a monte ha dei contenitori vuoti ( di
qualsiasi natura, carrelli vuoti, scatole etc.) attraverso il cartellino (Kan
Ban ) ordina il numero di pezzi che occorrono per ripristinare il buffer a
valle di 3 unità di auto.
L'ordine del numero di
pezzi, quindi arriva alla stazione a monte dell'ultima che provvede ad inviare
immediatamente i pezzi necessari all'ultima stazione. Il buffer della stazione
quindi si è svuotato di certo numero ed
il personale della stazione avvia quindi la produzione per ripristinare il
livello del buffer.
Esistono 3 tipi di cartellini kanban:
- KANBAN DI PRODUZIONE: indica il numero di prodotti che
devono essere approntati per rimpiazzare quanto ritirato dalle Spedizioni
- KANBAN DI RITIRO: indica il numero di pezzi da
rimuovere da una stazione a monte per fornire una a valle
- KANBAN DI SEGNALAZIONE: indica il numero di pezzi che
devono essere prodotti in una stazione a monte per rimpiazzare quanto
ritirato da una stazione a valle
Nella figura
seguente (che non si riferisce esattamente al settore automotive ma aiuta a capire il sistema), possiamo vedere
l'ultima stazione con a valle il reparto spedizioni, ed a monte due stazioni
produttive (Fresatura e foratura).
Quando arrivano
gli ordini che devono essere spediti, il personale del reparto spedizioni mette
all'interno dei carrelli A e B (due prodotti distinti) i rispettivi cartellini
(Kanban) che indicano esattamente le quantità che gli occorrono dall'ultima
stazione.
Fig.
1
L'ultima stazione produttiva (nella
figura sottostante assemblaggio) inizia così a produrre per rimpiazzare le
scorte mancanti. E' avvenuto uno scambio di carrelli tra il reparto spedizioni
e l'ultima stazione assemblaggio, ma anche tra l'ultima stazione (assemblaggio)
e le precedenti, (fresatura e foratura). Il tutto è ben visibile nella seguente
figura:
Fig. 2
Riassumendo quindi, il
reparto spedizioni effettua la spedizione relativa all'ordine che gli è
arrivato, ha inviato i carrelli vuoti contenenti i Kanban che recano le
quantità da produrre. Il reparto spedizioni scambia i carrelli vuoti con quelli
pieni dell'ultima stazione, la quale vedendo il proprio buffer a valle
diminuire inizia a produrre per rimpiazzare le scorte mancanti.
L'ultima stazione a sua
volta invia i suoi carrelli vuoti a monte (contenenti i cartellini con le
quantità da produrre) ali due reparti che la precedono (fresatura e foratura) i
quali inviano alla loro stazione a valle (Assemblaggio: ultima stazione) i
carrelli contenti i loro prodotti semilavorati che occorrono per l'assemblaggio
e quindi la produzione dei prodotti A e B.
Forse dopo tutta questa
minuziosa descrizione potrebbe sorgere il dubbio sulla relazione tra sistema
produttivo della Toyota e Sistemi di gestioni per la qualità.
Il dubbio è presto
sciolto perchè l'esempio sopra citato rappresenta un fiore all'occhiello di
sistema di gestione; un simile meccanismo può essere implementato solamente con
una cultura della qualità ben diffusa in azienda.
Per produrre attraverso
il sistema dei Kanban c'è bisogno di una conoscenza e di un pieno rispetto di
tutti i manuali, in primis quello della qualità, ma soprattutto è necessario
che tutto il personale agisca secondo quanto prescritto dalle procedure
aziendale, e tenga traccia, di tutto ciò che avviene all'interno
dell'organizzazione.
Riprenderemo
quest'ultimo concetto nel prossimo articolo.
Ing. Ivan Di Natale
Obiettivo Qualità
Consulting
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